Friday, September 23, 2005

Clima tropicale.

che il tempo stia facendo come gli pare non è un mistero tanto che ormai ci azzeccano persino le previsioni nel dire che ci saranno temporali, naufragi, alluvioni e tornadi di ogni entità, soprattutto di grandezza cinque che pare sia la massima, guardate niuorlins!
un tempo, io che faccio parte di un' altra generazione di quelle che non c'era la tivvù se non per vedere candy candy e portobello e di quelle che la massima lettura sulle storie del mondo erano i quindici o emilio salgari, un tempo, dicevo, le cose che potevamo conoscere le imparavamo purtroppo solo a scuola e non da internet o da sky come avviene per i ragazzi moderni. così credo che proprio a scuola siano nati tutti i luoghi comuni sul mondo e sulle credenze popolari, compreso il fatto che una rondine non fa primavera e che qui intorno era tutta campagna da bonificare. alle elementari grazie alla maestra rosa imparai che c'è un Paese del mondo in cui in un sol giorno si ammassano le stagioni tutte insieme. credo sia un Paese tropicale che allora pensando alla parola tropicale immaginavo quei pescetti colorati che vedevi negli acquari delle case delle famiglie ricche, di solito nelle case degli avvocati e che oggi vedi invece in un quasiasi banalissimo salvaschermo di un pc. la maestra rosa ci parlava di questa particolarità, diceva che il quel Paese (credo in africa o giù di lì che io in geografia non sono mai stata una cima) uscivano tutti con l'ombrello la mattina pur essendoci il sole. io, pur avendo problemi di ogni tipo che a casa mia non ce la passavamo tanto bene, mi ritenevo fortunata di poter buttare un occhio fuori della finestra e di vedere il sole e il tempo bello per tutto il giorno; anche perchè, tra l'altro, ho sempre odiato portarmi dietro l'ombrello, soprattutto visto che gli ombrelli degli anni settanta erano in prevalenza tutti neri e grandi e si portavano sul braccio come il classico gesto che tutti fanno.oggi gli ombrelli li fanno colorati, ma odio ancora portarne uno nello zaino che ho il rifiuto della pioggia, del vento e della religione. in compenso girando prevalentemente in moto mi sono dovuta organizzare la vita per via di questo tempo che a quanto pare si avvicina di molto a quello descritto dalla maestra rosa. da circa due mesi a questa parte, mi sveglio che c'è un bel sole con l'aria frizzante e freschetta che costringe a bardarsi abbastanza bene già dalle prime ore della mattina; verso le undici con l'alzarsi del sole si comincia a boccheggiare tanto che tolgo la felpa tra le dieci e le undici, la camicia intorno alle dodici e rimango in tscert colorata con scritto NY intorno all'una, l'una e mezza. ora per esempio credo faccia quasi trenta gradi e ci son farfalle colorate che girano per le strade come quando ti prendi gli oppiacei e le mamme che aspettano i bambini all'uscita di scuola vanno ancora con le ciabatte. man mano che passano le ore e le correnti del cielo cambiano un po' come le correnti politche al parlamento, il cielo azzurro comincia ad annuvolarsi, va via il sole e l'estate che fino a cinque minuti prima esplodeva in tutta la sua veemenza lascia il posto di colpo ad un autunno improvviso che si fa subito inverno infernale. ieri alle cinque del pomeriggio era buio come alle nove di sera e facevano 6 gradi centigradi o farenait e per le strade c'erano già le strenne natalizie con tanto di caldarrostai. succede così che chi va in moto come me, deve prevedere tante cose: la scemenza delle persone in macchina pari solo a quella dei "famosi isolani", gli sportelli che si aprono e si chiudono come gli occhi della madonnina che piange sangue a civitavecchia e i repentini cambiamenti di stagione nell'arco di una giornata con il conseguente armadio quattro stagioni da portarsi indosso.
tutto questo preambolo per dirvi che se per caso incontrate per strada un omina miscelèn con "cerata" rigorosamente nera marcata bellstaff sappiate che sotto sotto può nascondere: giubbotto speedy da motociclista con rinforzi per cadute di stile, felpa con zip rotta e chiusa con una spilla da balia, due magliette una a maniche corte bianca con scritto "ditta di pulizie de zotti" in giallo ocra e una a maniche lunghe con scritto "caramelle chiarms", cannotta della salute della ragno per ipocondriaci, un paio di jeans larghi che celano calze di filanca di quando le donne erano donne e i mulini erano bianchi, un paio di mutandoni regalo di una zia bigotta, calzini bianchi corti della bancarella all'angolo e calzini scuri lunghi di un prozio vescovo, scarpe di pelle ingrassata per via della ritenzione idrica di cui soffrono. ieri sera prima di spogliarmi tutta ci ho messo una mezz'ora buona. ma credo di poter migliorare sui tempi, magari evitando i mutandoni!

Friday, September 16, 2005

Al passo coi tempi.

Ho sempre avuto paura dei temporali. non certo il terrore, come i cani che si nascondo sotto i letti e non li vedi uscire più. quella paura irrazionale e stupida che mi fa dire ogni volta: ora un fulmine s'abbatte sul palazzo, colpisce l'antenna e Berlusconi stavolta ci porta il fulmine in casa anzichè il digitale terrestre. Insomma una paura mica da niente. non faccio scene di panico. mio padre mi ha insegnato che bisogna contare. così ho passato parte dell'infanzia e dell'adolescenza a contare la distanza del temporale: a ogni bagliore contavo in secondi dopo quanto sarebbe susseguito un tuono. se piano piano i secondi aumentavano, voleva dire che il peggio era passato e il fulmine, che non era entrato in casa mia, stava entrando in casa di qualcun altro e io mi potevo riaddormentare tranquilla. stanotte c'è stato un temporale di quelli con i tuoni grossi e fragorosi e le saette peggio che a Bagdad. all'improvviso ho cominciato a contare per vedere il temporale dove fosse. ma il mio conteggio non era più in base all'alternanza luce/scoppio. Ho scoperto, e non me ne ero accorta prima, che ormai mi regolo in base agli antifurti della macchine e degli scooter. scoppio fragoroso, antifurto della bmw del gioielliere: temporale in avvicinamento. scoppio fragoroso e accensione dell' antifurto della palazzina di fronte: temporale a un meno di un chilometro. scoppio e conseguente allarme del negozio sotto casa: temporale zona prato e spaccio di fumo. scoppio e accensione antifurto twingo dell'ingegnere, temporale in prossimità asilo nido. il mio livello di paura più alta è quando parte l'antifurto della mia moto che sta proprio sotto le finestre. lì siamo in pieno Defcon 1 e in pieno rodimento perchè devo alzarmi e aprire le serrande e farlo smettere. dopo di che a scemare il temporale si allontana. Si sentono antifurti di zone sconosciute. E io posso riaddormentarmi tranquilla e beata. come cambia la vita, signora mia. pensi che una volta qui di fronte era tutta campagna!