Saturday, August 23, 2003

L'ultima sera, l'ultima storia,
l'ultimo luna park
E tu che sogni mentre la giostra va
Se avrai mai
tempo, tu
per un giro in più
Cavalli bianchi negli occhi stanchi,
fantasmi di un'età
E' amaro il girotondo
che t'ha insegnato il mondo!
Dondolando dolcemente
s'abbandona la tua mente
Non sei più grigio, non sei vecchio
Sei quel bambino nello specchio!
Dondolando dolcemente
la vita ti sorprenderà
La musica
finisce qua!
Sul tuo cavallo navighi il tempo
e non ricordi più
i morsi e il fiele
ora che il male
non ti fa male più
Ora che un letto hai tu
La purezza che vorrei e anch'io
finir come lui
Dondolando dolcemente,
nè passato, nè presente
Un mare calmo, senza vento
nostalgia del primo grembo
Dondolando dolcemente
sul cavallo mio vincente
Strappando alla mia fantasia
un'occasione per fuggire via
!

Thursday, August 21, 2003

"The faces of women long dead, of our family,
come back in the night, come in dreams to me saying:
we have kept our blood pure through long generations
we brought it to you like a sacred wine.."

Monday, August 18, 2003

anche questa è vita.
pina: quest'anno me sto a fa' tutte vacanze intelletuali. so' stata a amesterdam a visita' la casa de' ANNA FRANKO e a barcellona a visita' la CASAFAMIGLIA (la sagrada famiglia, ndr)"
Spesso il tempo mi si ferma e m’accorgo che sto impalata a osservare la gente. rimango la' a bearmi di queste visioni. m’incanto di fronte a orde di famiglie e famigliole che conducono quella che io reputo una vita “finto-felice” e che loro reputano più semplicemente una vita felice. mi colpisce la loro tranquillità. la loro serenità. il loro accontentarsi sempre e comunque senza psicologismi, senza impedimenti, senza neanche i senza. mi rapisce quella che io reputo rassegnazione e che loro reputano la loro vita. i loro sono gesti piccoli piccoli. i loro sono ritmi tranquilli anche quando corrono. loro li vedi in fila per andare al mare tutti in coda senza che si scompongano nemmeno un po’. felici nelle loro macchine tirate a lustro chè d’agosto hanno anche il tempo e la voglia di andare al FAI DA TE del lavaggio. quando arrivano a destinazione non si lamentano che non c’è posto e se lo fanno, lo fanno senza filosofeggiarci e tirarci su trattati sul clima che non è più lo stesso e con tutto cio' nessuno rinuncia più a niente nemmeno all’automobile. loro parcheggiano anche anni luce distanti dalla meta. scaricano chili di bagagli dal portabagagli: sacche, teli, ombrellone, secchielli, tavoli, sediole, materassini (quelli in regalo con OGGI), portavivande con l’acqua sempre fresca, ciambelle, la nonna e pure i pupi senza un benché minimo lamento. e se pure ti capita di sentire un urlo è un urlo fine a se stesso. un urlo che lascia il tempo che trova perché dopo ci si ritrova amici e parenti come prima senza musi lunghi quanto anni. e io mi incanto di fronte a tanta abnegazione di queste famiglie e famigliole, che io reputo fintofelici, che smuovono montagne anche se per un sol giorno. anche in spiaggia hanno i loro riti: merende alla data ora, pranzo all’una che tutta la spiaggia è un continuo brusio di carte, cartuccelle e lattine che sbuffano, pisolino pomeridiano, passeggiatina, bagnetto dopo due ore che senno' la digestione chissà, merendina a suon di gelato o cocco. e poi le urla. i giochi. le radioline o i telefonini che squillano. e la fine della gita. e lo smontaggio di questo teatro in movimento. l’ombrellone che viene richiuso. i bambini che vanno asciugati, “sgrullati” dalla sabbia, vestiti. la nonna che va svegliata. il marito che è già in macchina che altrimenti c’è fila per il rientro. e la moglie che lo segue a ruota con nonna e bimbi al carico. piccoli passi che scandiscono la loro vita fatta a piccoli passi: il matrimonio, l’automobile, il primo figlio, il mutuo sulla casa, il computer, il dvd con l’impianto come al cinema, la seconda auto, le lezioni di salsa e merengue, il secondo figlio, il motorino e cosi' via la costruzione di una vita intera. bè. tutto questo m’affascina e mi rattrista allo stesso tempo. mi perdo nel guardarli. cosi' semplici in una vita, la loro, che sembra tanto scorrevole e senza intoppi. ma so anche che non resisterei mezzo minuto d’orologio. ma non posso fare a meno di guardare tutto questo. forse sarà la loro pace o la loro serenità che io non raggiungero' mai. o sarà quel senso di smarrimento che non mi fa star bene in nessun luogo. Spesso il tempo mi si ferma e m’accorgo che sto là impalata a sognare: un marito, dei figli, il matrimonio e la casa col mutuo, il dvd e la casa al mare, l’accontentarsi di una vita vivendola e non il viverla senza accontentarsi mai. ma poi mi sveglio con l’affanno e col cuore in gola e so che non avro' mai questa pace. forse nella prossima vita. o forse mai. mi piego al mio destino che poi non è neanche male. e rimango da sola a guardare come uno spettatore quella vita normale che, oggi lo so, mai m’apparterrà.

Sunday, August 17, 2003

possibile che c'è ancora qualche IMBECILLONE che butta la cicca di sigaretta fuori del finestrino? caro imbecillone, sappi che il posacenere di cui la tua automobilina è stata dotata non serve per depositare gli "spiccetti" di euro nè per tenere i sassolini dell'arbre magique che ti fanno la macchinina tanto profumata. e se proprio il posacenere vuoi che rimanga intonso come mamma-casaautomobilistica l'ha fatto, bè allora provati a spengere le cicche sul braccio chè io mi son rotta di fare file chilometriche per te!

Friday, August 15, 2003

BUONFERRAGOSTOATUTTI!
al mare: due sul materassino blu, regalo di OGGI. una con il pareo verde acqua marina tendente al viola, regalo di GIOIA. uno con le ciabattine infradito nere e bianche trendy trendy, regalo di GENTE. due bimbi con i braccioli arancio cielo d'estate, regalo di BIMBISANI. una con la borsa da viaggio finto militare in cerca di guerra, regalo di NOVELLA 2000.
ma quelle "cozze" spappardellate sul bagnasciuga le regalavano con PESCASPORTIVA?

Saturday, August 09, 2003

Non sono che il contabile
dell'ombra di me stesso
Se mi vedete qui a volare
E' che so staccarmi da terra
E alzarmi in volo
Come voialtri stare su un piede solo
Difficile non e partire contro il vento
Ma casomai senza un saluto
Non sono che l'anima di un pesce
Con le ali
Volato via dal mare
Per annusare le stelle
Difficile non e' nuotare contro la corrente
Ma salire nel cielo
E non trovarci niente
Dal mio piccolo aereo
Di stelle io ne vedo
Seguo i loro segnali
E mostro le mie insegne
La voglio fare tutta questa strada
Fino al punto esatto
In cui si spegne
La voglio fare tutta questa strada
Fino al punto esatto
In cui si spegne
Ivano Fossati

Tuesday, August 05, 2003

meno quattro, tre, due, uno giorni alle vacanze. al meritato riposo. allo spappardellamento dentro casa inebetiti di fronte al ventilatore con la tv, lo stereo e pure la lavastoviglie accesi. meno quattro, tre, due, uno e mi sembro quei corridori della maratona di quarantadue e dico quarantadue chilometri casello casello, che stanno arrancando verso l'arrivo e che strascicandosi le gambe e le braccia e pure la testa stanno per varcare l'agognato traguardo. meno quattro, tre, due, uno sono le amicizie che ho lasciato e più quattro, tre, due o una sono quelle che ho guadagnato in quest'anno terribilmente faticoso. meno quattro, tre, due, uno sono i chili che ho perso per lo stress, per la vita, per il caldo afoso, per i problemi di cuore che batte e batte e batte e non s'arresta neanche di fronte al passaggio al livello dell'evidenza. meno quattro, tre, due, uno e mi sembra ieri capodanno anche se indietro non ci tornerei neanche a calci e neanche col passo del gambero ma piuttosto sto ferma un giro con qualche oca di turno. meno quattro, tre, due, uno sono i mila euro che non ti ritrovi più alla partenza per le sospirate vacanze per via dell'inps (ma chi ciarriverà mai alla pensione!!!), per via dell'iva nazionale, per via della commercialista, per via dell'affitto, per via della revisione passata ora a centocinquanta euri tondi tondi, per via dei fornitori, per via del tutto eccezionale forse neanche mezza lira per arrivare a civitavecchia e imbarcarsi su un cargo battente bandiera panamense! meno quattro, tre, due, uno e tra mezzo minuto me ne vado a saxa rubra a fare l'ennesimo furgone, a buttare via altri due chili di liquidi, a cacciare qualche altra parolaccia indiavolata e a litigare sul denaro, maledetto denaro che governa la nostra vita e ci rovina l'esistenza. meno quattro, tre, due, un'anima buona è passata stamattina. e quando non ci speri quell'anima è qui fuori. e t'aggiusta il computer e ti fa sperare che poi, in fondo in fondo, la vita non è poi cosi' male. basta saperla prendere dal lato giusto. quello del cuore. quello del bene. quello del positivo. quello della speranza. meno quattro, tre, due, uno. stop.

Monday, August 04, 2003

Friday, August 01, 2003

"Ecco... la musica è finita
gli amici se ne vanno
che inutile serata.
.."

oggi è una giornata cosi' alla garbatella. c'è questo velo di pioggerellina che sui corpi accaldati dall'afa dei giorni scorsi fa quasi piacere. i posti occupati normalmente dalle macchine lasciano spazio all'asfalto, al maledetto asfalto che odora di smog misto ad acqua. l'alimentari di franco è chiuso: chiusura estiva dal 1/8 al 31/8 dice il cartello sulla serranda. clara e nino si stanno preparando ai loro quaranta giorni e più di ferie. petroselli è anche lui li' li' per partire. pio il ciabattino è già dai figli al mare. e diego il fabbro pure. rimaniamo ancora in pochi, gli irriducibili. qui soli soletti a goderci questa roma ingodibile durante l'anno. con questa giornata cosi' uggiosa m'è venuta in mente questa canzone. e il senso di tristezza che dà. eppure dovremmo essere tutti felici. ma che ne so! forse è che alla fine siamo tutti romanticoni e ci affezioniamo anche all'inaffezionabile, come in carcere che quando esci ti mancano i tuoi compagni di cella e di sventura. ma che ne so. mi dispiace lasciare tutti i compagni di strada. della garbatella. anche se so che a settembre li odiero' più di prima. nino perchè ci mette due ore per farti un caffè decente. clara perchè strilla. petroselli perchè non paga i lavori che gli faccio. franco perchè per farti un panino te lo chiede dieci volte dieci. diego perchè si prende il mio posto dello scooter. pero' oggi voglio bene anche a loro. a quella parte di roma che è ancora verace. che dice pane al pane. che parla di cose semplici. che vive di vita vera senza psicologismi d'accatto. a quella roma sparita che mi piange il cuore (anzi "er core"!) solo a vederla nei film. oggi la musica è finita e gli amici se ne vanno. e io rimango qui. a vegliare sulle botteghe altrui. e a sognare il mio viaggio in america che speriamo bene l'anno prossimo. ma anche questa è vita!