Thursday, July 20, 2006

come dentro un film

vivo al settimo piano. che dire, uno spettacolo continuo. macchè. ma quali tramonti mozzafiato, quali albe rosate, quali panorami da urlo, quale ponentino rigenerante.
è che la mattina non posso mai aprire le finestre per far entrare la luce del sole e il tepore della primavera. loro s'impossessano della casa, entrano ed escono come se niente fosse. girano per le stanze come fossero in casa loro, commentano se c'è polvere sulla libreria, se il bagno è adeguatamente pulito, guardano il dipinto mai finito alla parete ed han da dire anche sul soffitto blu e sulle mie tecniche improvvisate di pittura. ieri mi girava per casa federico fellini: dice che sta lavorando a un film nuovo; io gli credo sulla parola. pensa solo che il padre di costantino fa il muratore: quante ne ha dette guardando le mie pareti, tu non ne hai idea. non parliamo poi del frigorifero che è sempre vuoto: c'è chi ti richiede la pasta di farro perchè è allergico alla farina di campo; chi ti ordina il latte di soia chè è più digeribile; chi le birre chè ha una vita sregolata; chi il caffè d'orzo chè sennò non chiude occhio per tutta la notte; insomma aprire le finestre è una rimissione sicura e una richiesta continua tanto che a volte mi tocca stare tappata in casa al buio per avere un po' d'intimità.
questa è la dura realtà per chi abita vicino agli studios di cinecittà. sono assaltata da amici e amiche che m'invadono casa solo per l'autografo di daniele interrante o che sperano di vedere lele mora alla fermata dell'autobus. gente che mi rincorre solo perchè in lontananza sente puzza di gianni sperti o pensa che io tenga di caprio e scorsese nell'armadio insieme ai giubbotti da moto e alle scarpe invernali; maria che mi entra ed esce di casa come fosse la mia filippina: l'altra sera ha convocato le due portiere dell'enasarco, la pellicciaia mia dirimpettaia e la signora zoppa del quinto piano tutte a casa mia. ha proposto loro una sfida. il terreno di gioco è stato il pianerottolo: giudici il maestro alessandro alessandro e il maestro di vigevano. la prima prova è stata una sorta di musichiere: una volta dato il via alle note le concorrenti han dovuto fare i sette piani di corsa, suonare al mio campanello e dirmi il titolo della canzone. essendo più allenata, la gara è stata vinta dalla portiera che ha indovinato al primo colpo Beguine di jimmy fontana del sanremo '82 e al terzo piano è riuscita anche a lustrare col sidol la targhetta dell'avvocato. la seconda prova ha visto la pellicciaia contro la signora zoppa del quinto piano: la pellicciaia è riuscita a indovinare senza sbagliare tutti i rumori provenienti dai vari appartamenti, compreso il rumore dello sciacquone rotto che assomiglia a uno stantuffo della signora maria e quello della fuga di gas della bombola del sor peppino. alla fine dei giochi maria s'è complimentata con tutti e come premio kledi ha dato un bacio alla vincitrice e ha fatto ballare la signora zoppa; tanto si sa che è abituato a far ballare cani e porci. quando c'è troppo frastuono arrivano sempre le forze dell'ordine capitanate da claudia pandolfi e ricky menfis. ristabiliscono l'ordine, mandano tutti a casa e riescono a firmare anche qualche autografo. solo una volta mi sono veramente spaventata: eran le sei di mattina e sentivo tutto un vociare fuori al balcone. ho pensato agli extraterrestri venuti in segno di pace a scegliere le persone più preparate per un giro intergalattico solo andata senza ritorno. ho alzato pian piano le serrande e mi son trovata di fronte uno spettacolo raccapricciante: raul bova in tunica e sandali che parlava con gli uccellini, con il gatto del vicino e col mio tappeto blu steso ad asciugare la sera prima. la cosa strana non è che il tappeto gli rispondesse ma che gli chiedesse il nome del suo agente: dice che si vuol buttare nel cinema, magari in qualche grossa produzione di film su alì babà. pare che i tappeti a ollivud vadano via come il pane sciapo!

Monday, July 10, 2006

I sogni son desideri.

il vecchio silibusaid glielo aveva detto che era piccolino e ancora sdendato: "vedrai, zizou mio, vedrai ti farai anche se hai le spalle strette e giocherai con la maglia numero sette". dopo quelle parole profetiche che divennero anche una canzone, silibusaid morì di gotta ai piedi nei primi anni settanta e quel ragazzino divenne grande e forte, uno dei più forti giocatori al mondo come aveva detto il grande vecchio. vinse campionati del mondo e scudetti, coppe in giro per l'africa e in giro per l'europa, vinse anche una partita a tresette con janvanjàn che tutti se la ricordano ancora e ci hanno scritto libri e trattati. ma quel ragazzino, fragile e con gli occhi da cerbiatto, aveva un solo sogno nella vita che non era il tresette neppure quello col morto, che non era il calcio nè i campionati del mondo, che non erano i soldi e la fama e la maglia numero dieci di tutti i goleador da platini a robybaggio. no, quel ragazzino diventato adulto e leggermente calvo chè tutti i geni son pelati, voleva diventare giornalista, assemblare e assortire parole su un foglio bianco come i suoi movimenti dentro un campo di calcio, quel ragazzino voleva scrivere per un giornale importante e lasciare la sua firma e le sue impressioni, il suo verbo e la sua fantasia. quel ragazzino, zizou per silibusaid, ieri nove luglio duemilasei ha realizzato il suo sogno: partecipare al mondiale per un'accreditata Testata francese. quel ragazzino ce l'ha fatta. applausi. clap clap.

Matrioska

Compongo il numero. "Benvenuto nel nuovo servizio abbonati. Il servizio è disponibile dal lunedi al venerdi dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 19.30. Se è un cliente Tal de' Tali la chiamata è gratuita. Se è un cliente aziendale digiti 1, se chiama da rete fissa digiti 2, se è un cliente residenziale digiti 3 ".
Col cervello in fase di liquefazione come il sangue nell'ampolletta di San Gennaro, spingo 1 e attendo. Ricomincia la solfa: "Se desidera trasmetterci dei dati digiti 1, se desidera fare richiesta dati digiti 2, se desidera il dettaglio chiamate digiti 3, se desidera parlare con un operatore digiti 4".
Alla parola operatore, mi brillano gli occhi neanche alla vista di Padre Pio che fa il miracolo.
"Quella" ricomincia: "Se desidera sospendere il servizio, digiti 1; se desidera fissare un appuntamento digiti 2, se desidera altre informazioni digiti 3".
Completamente imbambolata sul da farsi, spingo il 3: "Se desidera parlare con un operatore per chiedere informazioni digiti 1, se desidera parlare con un operatore per invitarlo a cena digiti 2, se desidera parlare con un operatore per sfogarsi dei suoi problemi digiti 3, se desidera solo un operatore digiti 4".
Mi butto alla cieca e spingo 1: "Se è un cliente abbonato da più di tre anni digiti 1, se è un cliente che deve abbonarsi digiti 2, se è un cliente del dottor Galano digiti 3".
Facendo mente locale sul nome del mio medico di base, spingo 1 e attendo: "Se desidera avere un prestito a interessi zero da restituire nella prossima vita smetta di frequentare il corso buddista, se desidera fare tredici al lotto cambi spacciatore, se desidera andare in vacanza gratis a costi zero e senza passare dal via c'è un Cim poco lontano da casa sua".
Esterrefatta, metto giù la cornetta e impreco. Squilla il telefono e rispondo. E' l'operatore del tasto 4 che mi invita a cena. Accetto. Ma paga lui.