non ci crederai mai ma stanotte un "vroooooooooooooooommmmm" lungo e ripetuto m'ha svegliato in piena notte. cose da non augurare a nessuno neanche a quella lontana parente zitella che porta jella e che ogni volta che passa si rompe qualcosa a casa e si spengono le luci a intermittenza come al luna park. ho acceso l'abat-jour in preda al panico scervellandomi su quel rumore e analizzando in pochi nani secondi tutto quello che poteva produrlo: ho pensato prima alla vicina che russa peggio di mio padre e che tossisce come un tubercoloso per tutta la notte e che forse tra un accesso e l'altro di tosse stava tirando gli ultimi, poi al maremoto chè di questi tempi tra alluvioni e mareggiate non c'è da star tranquilli neanche al settimo piano e per finire un leggero senso d'angoscia m'ha trapassato il cuore anche per via della guerra giacchè ieri m'ero sparata sette ore di documentari sull'undici settembre che la sera non riuscivo più a prender sonno non so se per gli attentati o per l'etto e mezzo di pasta e broccoli mangiato a cena. ho aspettato qualche secondo e spengendo la luce mi sono detta che la sera devo mangiare più leggero e che quella fetta di mont blanc forse era di troppo. come una pupetta mi sono avvoltolata su me stessa cercando calore nel piumone di vera oca televisiva che quando lo tocchi ti dice le capitali europee e ti canta "uh la la uh la la uh la la la vieni a giocare vinci con noi". dopo circa tre secondi di tepore riesco a prender sonno ma un nuovo "vroooooooooommmmmm" ancora più forte s'impossessa della mia stanza, del corridoio per passare al bagno e per uscire dalla porta chiusa con tra mandate tre per via dei ladri e degli zingari. mi spavento e con sangue freddo, come il peggiore dei serpenti a sonagli o era a pendagli ora non ricordo, impugno il coltellino modello giocattolo che tengo sul comodino per i maleintenzionati, accendo la luce e mi guardo intorno con aria circospetta tipo clint istvud con la sua 44 magnum algida. nel frattempo sento la vicina che tutta scocciata mi urla: "doooorme!!!!". mi alzo in piedi e un lontano vocìo assale tutta la stanza. mi accerto di non aver lasciato la televisone accesa in salone. guardandomi alle spalle, a piedi scalzi che oggi ho anche una leggera raucedine e con passo felpato come i gatti sui tetti che scottano mi addentro nei meandri della casa buia, accendo più luci possibili tanto per far capire che non sono da sola (questa non l'ho capita!) e mi guardo a destra e a sinistra come ho più volte visto fare a claudia pandolfi e a richy menphis in distretto di polizia. arrivo finalmente in salone e noto con grande disappunto che la tivvù si sta schiacciando i "mejo" sonni e che tra l'altro sbuffa anche un po' ritenedosi invasa nella sua privacy. lascio in pace la tivvù e cerco di seguire quel vociare lontano che mi porta di nuovo in camera da letto: "oh, ma si figuri", esclama una voce tutta impettita. un tocco delicato di chiatarra accompagna un coro di persone: "partono i bastimenti per terre assai lontane...e suonano... ma le mani tremano sulle corde...quanti ricordi, ahimè, quanti ricordi!" la canzone viene interrotta subito da una voce che con tono imperioso esclama: "voi della terza classe tutti sul ponte!"
pensando di essere nel mezzo di un sogno accendo il cellulare e chiamo sull'altro numero. così in piena notte pupa tim ha chiamato pupa wind e il telefono s'è messo a squillare facendo un baccano infernale poichè per la wind uso quella suoneria tipo carnevale di rio. "doooorme!!!!" ha esclamato di nuovo la vicina catarrosa che ha iniziato anche a rantolare. "i passeggeri della prima classe si preparino a sbarcare sul ponte diciassette", ho sentito poi urlare da una voce al megafono. "tutti i possessori del libro rosso- ha continuato la voce al megafono- si radunino sul ponte sotto coperta". ho pensato di chiamare la polizia ma mi sono messa a passare in rassegna tutte le persone che potessero essere sveglie a quell'ora. m'è venuta in mente mia madre, l'unica sveglia nella notte e l'unica in grado di capire queste stranezze. non ho fatto in tempo a comporre il numero che un nuovo "vrooooooooommmmmmmmm" prolungato m'ha trapanato le orecchie che ora ho due buchi in più per lato.
all'improvviso da una parte piccola e oscura del cervello geniale che ognuno possiede m'arriva l'insight, l'illuminazione: guardo di fronte al letto e vedo che il quadro di ikea, quello che rappresenta una scena di un porto in bianco e nero negli anni venti, ha incominciato a muoversi neanche fosse la televisione. mi metto a osservare così i comingnoli che mandano fumo, la nave che s'avvicina al porto, la gente che si muove sui moli, tutto un gran baccano e gran frastuono, gente che va e gente che viene, macchine d'epoca e bombette e frack. m'avvicino alla stampa così per curiosità e per cercare di capire meglio e vengo risucchiata dal quadro come se stessi trapassando un buco nero che lo dice pure margherita hack che ci sono i salti temporali e i vuoti di memoria.
cara matre, ti scrivo da ellis island. dicono che devo aspettare qui quaranta giorni per via che non so l'inglese: pensano che io sia analfabeta 'sti ignoranti. ho provato a spiegargli che ho fatto tutte le scuole con la mazzalupi, che da clara vinco sempre allo strip poker e che ho visto sei volte un Americano a roma tanto che conosco tutte le battute a memoria "all right all right, yankee doodle day e what's american boy".
cara matre, farò natale qui: se puoi, mandami dei calzettoni spessi, le maglie di lana a collo alto, una scoppola nera e un mandolino che pare che qui vadano per la maggiore!
No comments:
Post a Comment