Wednesday, February 15, 2006

Phoenix.

ho messo la mano al centro del mio stomaco, è uscita dall'altra parte che me la vedevo alle spalle e ho salutato tutti quelli che ho lasciato dietro. aria e vento m'attraversano da parte a parte e creano cedimenti e vortici impetuosi. il mio cuore chiede una tregua, la mia anima s'aggroviglia su se stessa come il serpentello dei video giochi che si muove svelto e ossessivo fino a mangiare se stesso, la mia testa collabora col vento che porta scompiglio e con l'aria da sempre sua amica. riempio i polmoni d'aria, riempio i polmoni e rifletto.
ho messo una mano nel mio fegato. una poltiglia verdastra l'ha invasa colorandola. ci ho dipinto i muri della mia vita, ci ho scritto poesie e racconti e con quel che rimaneva ci ho riscritto la mia storia. non amo etichettarmi e le mie certezze nascono col sole e muoiono con la luna. oggi sono il pazzo che cerca la sua strada e domani sono la strada in balia del pazzo. oggi vivo alla giornata affidandomi ai sogni e domani pianifico la mia vita sulla base di quegli stessi sogni. oggi sono io e domani il mio contrario e tutte e due le volte sono sempre me stessa, questo è assicurato. continuo a scrivere sui muri con quella poltiglia verdastra di quanto bella possa essere una vita incerta e di quanto incerto sia il mio cammino ma rileggere quelle parole scritte non mi fa bene e allora cancello tutto con la forza della ragione.
ho messo la mano nella testa per cercarne risposte. un groviglio di fili gialli ha imprigionato la mia mano. dentro, pezzi di strade si scompongono come tessere di puzzle colorati e formano altre strade impervie e sconosciute e in queste nuove strade mi perdo anche perchè quei fili gialli e lunghi imprigionano i miei sforzi.
ho messo la mano nei polmoni e ne ho tirato fuori ricordi profumati in associazioni libere, sensazioni che m'han riportato indietro tasselli su tasselli e riportandomi indietro hanno fatto cadere come un domino anche i pezzi che stavano su per caso.
scrivo per esorcizzare ma anche per distruggere, per colorare la mia vita e per cancellare i miei passaggi, per dimostrare il mio amore e per riprenderlo indietro senza vuoto a rendere, scrivo per quel mondo che da sempre sfuggo, scrivo per gettare all'aria coriandoli di me e per bruciare carne ormai putrefatta e stinta e in questo falò di aspettative deluse, ogni giorno rinasco. dalle mie ceneri, ma pur sempre rinvigorita.

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