Son seduta qui al sole che aspetto. Con la mia magliettina col dollaro e le mie scarpe buone. Il sole che riscalda la pelle bianchiccia e s'infila nelle rughe del viso e delle mani. Il sole che riscalda finalmente questi pensieri intorpidi dal lungo grigiore. Aspetto gli eventi. Aspetto seduta e fingo di pensare, fingo di essere concentrata su qualcosa che non c'è. Ma non sto pensando a niente. Non penso a te. Né a te. E neanche a te. Penso alla mia magliettina col dollaro raffigurato e alle mie scarpe buone. Aspetto che il sole faccia il giro. E si nasconda dietro il palazzo giallo e rosa di fronte a me. Son qui seduta che aspetto. E la magliettina col dollaro s'è tutta arroventata dal calore. E anche la testa. E questo sole a picco mi scurisce la faccia e le braccia tatuate e le mani invecchiate. Gli occhi mi fanno male. Mi sistemo i capelli con le mani. Fingo di esserci ancora un po'. Mi guardo attorno con l'aria assente. Passano a frotte file di macchine. Ognuno è da solo. Ognuno con la sua aria assonnata e la sua storia narrata e la sua vita ormai andata. Ognuno che finge di essere assorto. Come me. Mi guardano le scarpe buone e la magliettina col dollaro raffigurato. Mi guardo le mie scarpe buone. E la magliettina col dollaro. E li lascio a guardare. Io non ci sono già più. E tu neanche.
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