Tuesday, October 12, 2004

Nel mio quartiere.

Il grande evento del mio palazzo (a parte quando vengono le guardie per qualcuno ai domiciliari) è la riunione straordinaria di condominio. Non siamo come quei palazzi del centro con un amministratore che, una volta al mese o giù di lì, organizza una riunione dove tutti si scannano, parlano male del vicino e della moglie del vicino e si rovinano il fegato ma il giorno dopo buongiorno e buonasera in ascensore. Al mio palazzo non ci salutiamo mai perché siamo tutti "ignoranti" ma sinceri. La riunione viene indetta quando accade qualche calamità soprannaturale tipo quando qualcuno brucia "per caso" il portone con relativi citofoni e cassette della posta, quando si vuol fare la spia su eventuali appartamenti vuoti da occupare o quando ci si vuol mettere d'accordo su chi chiama quelli delle fogne perché veronica, la ragazza del terzo piano, oltre agli assorbenti usati qualche volta e "sbadatamente" butta nel vater anche i panetti di ascish. I nostri appuntamenti straordinari sono scanditi dalla musica soave dell'autoradio del Marana che pompa a intervalli regolari. L'ultimo successo che ci propina nelle ore più insolite e assurde della giornata tipo alle due del pomeriggio o alle otto di sera è "Vai Girardengo vai grande campione..." una canzone del novantacinque ma che dalle nostre parti va ancora per la maggiore. Il marana è un personaggio tutto da vedere: un occhio di vetro perso in una rissa e un figliolo in tutto spicciato a lui tranne che per l'occhio di vetro. L'altra sera ci siamo visti giù nell'androne per metterci d'accordo su chi avrebbe ridipinto i muri e le scale fino al quinto piano. Damiano, il calabrese, non parla mai. Forse si vergogna del dialetto. Ma non lo guardare mai per storto. Ha il coltello a serramanico sempre pronto. Patrizia scende con tutta la prole: un figliolo di due anni, il cane di tre e due subumane che non hanno né arte né parte però son buone buone e non si lamentano mai. L'egiziano del quarto piano non parla la nostra lingua. Però non si tira indietro quando deve pagare. La suora è il pezzo forte del palazzo. Ha il velo blu e non so a quale ordine appartenga. Ha paura che i vandali le entrino in casa. M'hanno raccontato che in salone tiene persino la farina sparsa per terra per controllare eventuali orme di estranei. Pare sia matta. Certo però è furba. Abbiamo trattato un sacco d'argomenti durante l'ultimo incontro: la pittura delle scale, la colletta per l'ascensore e per i citofoni, abbiamo sparlato di veronica visto che era assente e l'argomento clou è stata la notizia che la ragazza del figlio di franca è incinta. Sono partite le scommesse su chi fosse il padre: io punto su Pisellino. Il calabrese dice che non è stato lui. E ti credo, c'era la moglie davanti!
Mi hanno eletto capogruppo e così ho raccolto tutti i soldi che oggi ho perso alla slot machine di clara. Ho pianificato i lavori per le scale ma, per prender tempo, gli ammollato una tiritera su quanto costa la vernice a tempera e sul fatto che agli smorzi non si risparmia più come una volta, gli ho comunicato anche il costo della manodopera e gli ho tirato su anche tutta una storia sugli ammortizzatori sociali che mi sentivo quasi come Siniscalco. Alla parola ammortizzatori s'è svegliata una delle due subumane: dice che allo sfascio del cognato me li può rimediare lei sottocosto. Verso le nove ci siam salutati chi per un impegno chi per un altro: io dovevo vedere ER.
Stamattina scendendo ho incontrato il calabrese. Non m'ha salutato. Io neanche. Mi rispetta di più,così.

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