Wednesday, September 15, 2004

Che ci faccio qui, disse quel tale.

Ho ricevuto delle e mail che mi dicono che scrivo poco. Clara insiste perché scriva qui sul blog. Anzi in questi giorni mi sta corteggiando alla grande con panini e cocacole perché io la nomini: ha infatti annunciato a "popolo e comune" di amatrice che c'è un blog aperto solo per lei con tutte le sue battute che poi in realtà son le mie.
Ma io sto in crisi. In crisi di parole. In crisi con me stessa e con il lavoro che faccio. In crisi con quello che sono. Sforzati, dicono. Come se si trattasse di mangiare dopo una grande inappetenza, come se si trattasse di salire su una scala pur soffrendo di vertigini, come se si trattasse di uscire a piedi con il temporale, i tuoni e i lampi. Non ho parole. E quelle che ho o che ho avuto mi sembrano inutili. Stupide. Vuote. Sterili. Non ho battute da fare. Non ho racconti finti o veri che siano. Non ho niente dentro e questo è quello che risuona e che rimbomba come un boato: non sentire niente. Non sentire niente per nessuno. Non sentire caldo, freddo, fame o sonno, gioia o dolore. Non avere sensazioni. Non avere speranze. Accettare la vita, così come viene. Non riconoscersi in nessun posto e non riconoscere nessun posto. Chi mi vede in foto, mi dice che sembro un'indiana. Se vado in tunisia mi chiamano araba. E se vado in sardegna mi scambiano per una sarda. Dicono che ho certi gesti di mio padre. Ma il carattere di mia madre. L'intelligenza di mia nonna. La mentalità manageriale di mio nonno. I difetti di mio zio. E la scaltrezza di chi non so bene. Mi guardo allo specchio e vedo tutti. Tutti dentro. Ma non vedo chi sono. Che voglio. Non vedo niente che un agglomerato di gente che mi affolla l'anima e mi tira da una parte e dall'altra. Chi sono io? Sono preda degli umori senza trovare una stabilità. Sono preda delle paure anche le più stupide. Delle angosce. Delle gelosie. Devo migliorarmi e vorrei migliorarmi ma più mi sforzo e più affondo nel baratro dell'essere comune. Uguale a tutti pur essendo diversa. Poi capita che mi stufo anche a leggermi così. E la finisco qui. Clara sarà delusa. I cittadini di amatrice pure. Se ne faranno una ragione. Come per tutto e per tutti.

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