Andavo di corsa stamattina ma due chiacchiere con la portiera ce le ho scambiate. Poverina, mi sembra così sola. È dura la vita che fa. Io mi sento una regina al suo confronto. Lei viene da qualche paese della polonia che già solo la parola mi fa intirrizzire dal freddo e mi darei fuoco all'istante. M'ha sconcertato che, neanche mi sono fermata, ha incominciato con tutta una trafila di lamentele sul governo e su berlusconi che ha rovinato l'italia e sulla legge dell'immigrazione che è ingiusta e che si stava meglio quando si stava peggio (pensavo che 'sta cosa fosse tipicamente italiana) e poi ha aggiunto anche tutta una solfa sul buco dell'ozono e che non esistono più le mezze stagioni e che con l'inverno lei si gela e scricchiola tutta. Tra me e me ho detto: ma perché questa qui non se ne torna al Paese suo, ma poi, a guardarla bene, m'ha fatto pena e ho cercato di farle vedere il bicchiere mezzo pieno; le ho detto che qui in Italia la gente è in fondo in fondo brava gente e le ho ricordato dei campi di concentramento che sarò pure ignorante ma mi sa che dalle sue parti ce ne sono molti e pure famosi. Le ho detto che bene o male qui il clima non è così rigido. Che in autunno roma è tutta uno spettacolo con colori che vanno dal rosa confetto al rosso aranciato e che a due metri abbiamo anche il mare, sporco ma pur sempre mare. Mi sentivo veramente come il dottorMorelli che ha una parola per tutti. Lei tuttavia è rimasta sulle sue: è proprio tutta d'un pezzo 'sta portiera qua. Boh, ho pensato, saranno questi qui del nord che non danno tanta confidenza. In mio salvataggio è arrivata una chiamata sul cellulare tanto più che la conversazione s'era fatta imbarazzante per via della mancanza di argomentazioni da contrapporre alle sue lamentele. Sono schizzata in macchina e, per paura di farle male, l'ho accostata delicatamente, la "portiera" polacca, ma lei non s'è scomposta. Anzi le piace molto il suo lavoro. Meglio che fare la ruota di scorta, ha aggiunto. E chi può darle torto?
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