Saturday, November 13, 2004

Visto da qui.

quando non ho niente da fare mi metto in finestra. guardo fuori e passo il tempo. in finestra puoi conoscere la vita delle persone. chi stende i panni puliti giá alle otto di mattina e chi li ritira poco dopo. chi porta il cane a spasso e chi il pupo in giro. ogni tanto qualcuno mi guarda e mi saluta e io faccio sempre finta di essere indaffarata. sgrullo la tovaglia della sera o cerco con lo sguardo qualcuno che mi ha citofonato. i ragazzi alla panchina parlano della roma e della lazio, ruttano quasi come me e fumano ogni genere di cose comprese le radici dell'albero dove fa i bisogni il cane del marana. le ragazzine cominciano a sculettare presto. sono bambine che ho visto crescere: oggi sono donne in miniatura tutte cellulari e gridolini isterici. i piccoletti ti chiedono sempre che ore sono. maria si ferma e parla del marito che non c'è piú e per fortuna, dice lei: la picchiava col giornale come faceva con rocki, il loro cane. maria pesa quasi cento chili. va in giro con lo stesso vestito a fiori d'estate e d'inverno. credo sia povera. o forse solo pigra. poi c'è anna che lavora alla mensa e ha un figlio che starei ore a guardarlo. lui è fidanzato a casa, è un bravo ragazzo e pure fedele. cosí mi rifaccio con un tipaccio che sembra bukowski. è un po' sdendato e quando chiama il figlio lo senti a tre portoni di distanza. non so cosa faccia nella vita. forse lavora di notte o forse lo mantiene la moglie che fa le pulizie da ikea. lo guardo e lo trovo un tipo tosto, un duro che, ogni volta che mi saluta, io arrossisco. è un onore essere salutati da lui. e anche dal mandingo, il ras del quartiere. passa un sacco di vita qua sotto: donne incinte che sperano nel contributo dello stato. uomini allegri senza speranza. drogati o solo emarginati. ladri e guardie. vittorio poi è tutto un programma. mi chiama da sotto e mi parla di ciclismo e di coppi e bartali e tra un ricordo e l'altro mi chiede sempre una sigaretta. faccio carte false per rimediargliela. io che neanche fumo. poi c'è franca la vicina che sta sempre all'erta e sa tutto di tutti. lei peró non s'impiccia. qui c'è ancora questa regola. maura strilla e sbraita. ha gli occhi storti e sembra la figlia del conte mascetti. mi dá pena guardarla. mi chiede della garbatella lei che non è stata neanche a ostia. crede che la vita sia fuori da questo posto. chi glielo spiega che la vita è dentro di noi? il pezzo forte è patrizia. saluta tutti ma disprezza tutti. credo sia una balorda. se a natale le mandano la tredicesima si comprerá la lavatrice. chiede sempre qualcosa a qualcuno compresa me. una volta lo yogurt per il pupo, una volta l'aglio, una volta i punti della spesa, una volta dieci euro. lo fa con nochalance. e tu rimani lí come un ebete e mentre pensi non sai cosa risponderle. di solito faccio finta che squilla il telefono e poi a fine giornata faccio i conti di quanto ho perso stando affacciata. o quanto ho guadagnato. dipende dai punti di vista.

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