Tuesday, November 22, 2005

Italiani brava gente.

scusa, cara, ma oggi sono proprio impicciata: devo sbrigarmi assolutamente o è sicuro che non farò in tempo. no, tesoro, non devo andare a prendere mio figlio fuori dall'asilo prima che lo faccia qualche pedofilo al posto mio: oggi è a casa con la badante di mia madre, quella etiope che prende più di me. no, cara, non devo neanche correre dal dentista per quell'otturazione risalente al mesozoico fatta con quella bella polpa di erbe aromatiche e i chiodini di garofano che si usavan ai tempi di craxi. no, tranquilla, alla posta ci sono stata ieri durante l'orario d'ufficio: ho pagato l'ultima rata della tivvù al plasma che ho comprato sei anni fa e che ora, porca l'oca, dovrei cambiare visto che è uscito il modello nuovo a seimiliardivirgolauno di pixel che, come sai, sono dei pallini che circolano dentro lo schermo e ti sembra di vedere la realtà così com'è. ah sì, scusa, non mi ricordavo che tu sei miope.
no, a che stai pensando, tesoro; sei sempre così maliziosa: non devo ritornare da quel mio amico, quello molto speciale, che ogni volta che gli faccio l'occhiolino mi toglie una multa e mi accumula punti sulla patente tanto che ora ne ho quasi sessantasei e potrei anche passare con tutti i semafori rossi da qui a milano casello casello. no, tesò, non devo neanche andare a fare la fila alla piscina comunale per iscrivere mio figlio, quello grande. il dottore della usl, lo sai no, gli ha diagnosticato la scoliosi a placche e deve fare dello sport oltre che guardare per ore la televisione e giocare ai giochetti. sai, con tutto quel peso che porta nella cartella, quello poverino mi si ingobbisce. bah, dice il professore che è il peso della cultura, ma a me sembra che sia sempre il solito somaro. no no, ci vado domani dal dietologo dopo che ho fatto la spesa. dice che al nuovo panorama hanno messo tutte le cose kinder in offerta e voglio proprio fare una grande scorta. cosa dici? il vaccino? e come se non l'abbiamo già fatto: ci siamo passati l'influenza uno dopo l'altro che il criceto ha avuto quasi trentanove e due.
scusa, cara, ma ora devo proprio scappare: sai ho il numero sessantanove al processo alla franzoni. m'ha mandato ora un messaggino il portiere che dice che sono arrivati al sessanta e che la franzoni ha appena finito di piangere e che è diventata una botte, che il marito si è acceso una sigaretta e che la sorella quella piccola sta mangiando una ciccingomma. a domani, tesò, così ti racconto tutto e ci facciamo due risate.

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