Ho un'amica. Quando esco con lei e con altre persone, non so mai come devo comportarmi. Mi fa il lavaggio del cervello senza neanche l'ammorbidente e comincia una storia lunga una quaresima: se c'è Matteo, ricordati che io sto con Luca. Se c'è Luca ricordati che io non lavoro dove lavoro ma dove tu sai. Se c'è Linda ricordati che io non sto piú con Matteo e neanche piú con Luca. Se c'è Alfredo ricordati di dirgli che io non parlo piú con Linda. Se c'è Francesco io non ho l'etá che ho ma cinque anni di meno. Insomma cerco sempre di evitare le uscite con lei anche perché in quanto a gaffes non ne risparmio mai una. Pochi giorni fa la mia amica ha fatto una cena per il suo compleanno. Una dramma. Per prepararmi adeguatamente ha cominciato a darmi ripetizioni circa la sua vita giá da natale. Sono andata alla sua festa con gli appunti scritti anche sulle mani e mi ripetevo: dunque Matteo non sta piú con Luca, Linda non lavora dove lavora lei, Alfredo è morto, Francesco s'è fatto frate e la mia amica? Non mi andava di farle fare brutta figura e cosí sono stata zitta tutta la sera ché tra l'altro poi io le feste le odio pure. Mi sono messa in un angoletto e ripassavo a mente, sbirciando ogni tanto gli appunti sulle mani. Non s'è avvicinato nessuno. Hanno creduto che fossi snob o apatica, non so. Solo sul finire della festa, s'è avvicinato Matteo e mi ha chiesto da quanto conoscessi la mia amica. "Quale amica, scusa?", ho risposto senza esitazioni.
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