Vado al mare e poiché è la prima volta cerco di andarci nelle prime ore del mattino visto che sono bianca immacolata e quasi catarifrangente. Mi spoglio e m'assale una leggera brezza che rende il caldo sopportabile, anzi quasi piacevole tanto che non m'accorgo che sto per cuocermi a puntino. Mi sdraio sull'asciugamano bianco che se non fosse per il costume rosa farei "pandant". Passa mezz'ora e sento una gran botta. Qualcosa m'aggredisce la gamba. Di soprassalto alzo lo sguardo e penso a un insetto, ma non vedo niente. Poi di nuovo uno scossone al polpaccio. M'alzo come una pazza e vedo il drago. Il drago che ho tatuato s'è ribellato alla calura. Mi scappa dalla gamba e mi tocca rincorrerlo per tutta la spiaggia. Con quello che è costato, non posso farmelo scappare. Che scena, mi hanno detto, sembravo rocky che rincorre la gallina. Sto correndo come una matta a destra e a sinistra e mi scappa anche la tigre dall'avambraccio. Dice che ci pensa lei a riprendere il drago. Giá immagino la scena del mio povero drago nelle fauci della tigre quando i delfini mi strattonano e mi tirano verso l'acqua. Cerco di correre in direzione opposta ma niente, quelli spingono sulla caviglia e debbo dire nell'acqua alta ho fatto la mia porca figura. Tra una pinnata e l'altra vedo che dalla spiaggia scappano tutti. Il drago sta sprigionando fiamme alte e rosse. La tigre sta attaccando un cane di un cieco che faceva il bagno. Anche i gechi di Escher che avevo sul collo del piede se ne sono andati: sono sotto un ombrellone con una coppia di svedesi e giocano a tresette vincendo pure tra l'altro. Intanto io continuo a delfinare come maicol felps. E sulla battigia c'è il putiferio: la tigre ha sbranato tre persone. Il bagnino ha chiamato i pompieri ché il mio drago ha bruciato tutti i capanni e una parte delle cabine. Riesco a calmare i delfini ed esco dall'acqua. Un dolore atroce mi colpisce la spalla. Il pegaso sta scalciando. Neanche poggio lo sguardo che quello mi sfugge. Con un gesto repentino lo blocco e gli monto in sella. Cavalco verso il drago e riacciuffo anche la tigre. Offro la rosa tatuata al drago che la brucia con una fiammata e placo i delfini. Richiamo all'ordine tutti i gechi e riesco anche a riprendermi la coccinella che s'era posata sulla spalla di un marocchino che vendeva bandane e ciddí. Chi manca all'appello? Il sole del polpaccio destro: lo ritrovo sotto l'ombrellone dell'ingegnere che fa compagnia al Sole24ore fresco di stampa. Riacciuffo pure quello. Preparo la sacca. Me ne vado piú di corsa che di fretta visto che giá mi vogliono far pagare tutti i danni. La sera li ho puniti tutti: a letto senza cena, ho detto loro con molta fermezza. Solo la tigre ha mangiato. Quella ancora mi intimorisce. Ma io non glielo dico.
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