Sunday, August 11, 2002

le sei e mezza. ho mandato qualche mail. e mi giro e mi rigiro nei mendri della rete cercando come un cercatore d'oro chissà cosa. è deludente aspettarsi dalle persone. ancor più deludente aspettarsi da persone con cui credevi di aver chiuso e con cui invece hai riaperto e che vuoi o non vuoi ti rideludono. questo è un panegirico che serve a non far nomi. e che forse, rileggendo, m'accorgo che neanche io ho capito fino in fondo. come andando avanti con gli anni m'accorgo che della vita ho capito poco e niente. ma va bene così. la sfida è tutta lì. andare avanti senza mai fermarsi con la convinzione di stare a fare bene in modo da avere la spinta per non mollare. ma poi guardarsi indietro e vedere che poi quel che si credeva bene in realtà era un non so che. con e. giuro di averci riprovato. è capitata in un periodo della mia vita che è un vero periodaccio. il peggiore che io ricordi. un amico non dovrebbe sentirsi abbandonato o non cercato se l'altro sta male. è quello che è successo. e oggi mi ritrovo in una mail una persona dura. che mi parla di sincerità. che si sente offesa. che se sente non cercata e forse presa in giro. un amico dovrebbe esserci e basta. ma forse tante ferite riguardavano il passato e quello che oggi, velatamente e garbatamente, mi è stat rinfacciato è legato a quelle ferite. allora se il vaso è rotto rimane tale? se non si fanno sforzi da entrambi le parti si. credo di si. e sai che ti dico. tieniti le tue incrinature. io mi tengo il mio bel vaso e quello che è stato. e se mai un amico avrà bisongo so che per quanto possibile e in mio potere io lo aiuterò anche stando a guardare. si. questo è il mio pensiero delle sei e mezza. alle sette non so.

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