Tuesday, February 11, 2003

Spinelli in gita scolastica: sì dei giudici”.
e pensare che ai tempi miei il massimo dello sballo era la gita scolastica, come quella raccontata in un film di pupi avati. la gioia di partire, di stare lontano dagli odiati compiti in classe, dai temi, dalla religione, dalle maestre o professoresse cattive e di intraprendere un viaggio allegro e spensierato con le maestre o professoresse buone; di solito alla gita veniva sempre la professoressa più simpatica (quella di ginnastica), la più matta e la più scatenata. e pensare che ai tempi miei eravamo euforici già mesi prima pensando alla famosa gita scolastica annuale, ci preparavamo sui diari cominciando a scandire il tempo a suon di meno cento giorni, meno 99, meno 98 e così via fino ad arrivare al sospirato meno 1 quando l’adrenalina era a mille e si cominciavano i preparativi quelli veri: i panini (quelli veri, preparati dalle mamme che davano sfogo a tutta la loro originalità per far fare belle figure al figlio anche con un semplice panino!), la t shirt o il giacchettino preferiti, il cappellino uguale all’amichetto del cuore, le scarpe “quelle buone” tenute là nuove nuove fino al giorno della gita scolastica; chi portava la chitarra e chi il walk-man (i primi walk man erano enormi e rumorosissimi, con delle cuffie da far ribrezzo persino a dumbo!) con le prime canzoncine di moda e le prime musiche da veri adolescenti, come il tempo delle mele o paradise. eppoi i cori sul pulmann con le solite canzoni, sempre quelle, delle quali forse non capivi neanche il vero significato però eri là e le cantavi e allora tutti in coro: oh, bella ciao!, il ragazzo della via gluck e ancora c’era un ragazzo che come me amava i beatles e i rolling stone. e pensare che ai miei tempi il massimo dello sballo era la gita scolastica. il fermarsi all’autogrill e vedere quell’autentico ben diddio, quei dolci di ogni genere e colore e sapore e fermarsi sul primo piazzale a fare la partitella a calcio o a trovare un gettone (cavolo, quant’è che non sento la parola “gettone”!) per chiamare i propri genitori e rassicurarli che tutto procedeva bene. e poi le fotografie. inquadravi e scattavi su tutto, ogni minimo particolare: alcuni con le polaroid dodici pose, altri con macchinette che per fare una foto bisognava chiamare helmuth newton in persona. e pensare che ai tempi miei il massimo dello sballo era vedere persino ostia antica o quattro pietre secche e due soffioni a paestum o susanna agnelli sindaco dell’argentario. e pensare che anche oggi il vero sballo è la gita, ma con un altro tipo di viaggio. lo sballo mentale degli spinelli, leciti anche durante le gite. lo sballo mentale delle droghe, dell'alcol, degli acidi e del "nuovo" e allora poverini questi ragazzi che trovino anche questo tipo di sballo oltre le settimane bianche, i week end in discoteca e le giornate trascinarsi da un negozio all’altro in cerca di nuovi modelli di nike, di nuovi modelli di cellulare, di nuovi modelli di computer. poverini, loro che poi del computer non sanno che farsene se non chattare per ore e magari mettersi anche in qualche guaio serio. loro che li vedi vestiti davanti alle scuole (anche alle elementari) che persino i figli dei reali di monaco vestono peggio. loro che vestono cavalli e armani junior già in tenera età. che al cinema è un continuo squillino di messaggini. loro che a sette anni, otto, nove anni dipendono già dal prozac. loro che fanno piscina, equitazione, tennis, squash, golf con colf al seguito. loro che fanno inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano non si sa, però! e pensare che ai tempi miei il massimo dello sballo era la gita scolastica. sospirata e attesa. goduta e vissuta; e pensare che oggi la vera gita è lo sballo, lo sballo mentale, il viaggio extracorporeo e se qualcuno ti sbarra la strada verso il tuo nuovo obiettivo, tu che fai? bang! e puf, finisce la storia e un altro Game Over!

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