Friday, February 13, 2004

Lettera a un figliolo che mai nascerà. Ma mica come il "pippone" della Fallaci.

Caro figliolo. Pensavo a te oggi che commentavo nelle Terre di Pietro. Insomma ho 35 anni. Né troppi né pochi, dirai tu speranzoso che metta la testa a posto. Sono in salute, malgrado l’ipocondria. E discendo pure da stirpe illustre: non è da tutti essere imparentati con Lord maicol spenser tresy, duca di iorch, principe di florence, sua altezza mezza bellezza! Mica cotica, insomma. Penso a mia madre che alla mia età aveva già un’adolescente di quindici anni. Penso a mio cugino di dieci anni più piccolo che domani battezza il suo figliolo. Insomma 35 anni è l’età in cui la donna è al massimo della curva gauss e me ne sto qui che sto ancora cercando la mia strada che non prevede neanche di “sguincio” la maternità. Ci penso a te, che credi. E mi sento un po’ in colpa, ma poi mi dico: mica siamo nati tutti eguali. Io sono ancora una figlia. Come faccio a far la madre che non riesco neanche a tenere un cane per più di un mese. Ci penso al mio figliolo, bellissimo tra l’altro e che non vedrò mai. E son felice per lui. Son felice che avrà una madre che lo meriterà e lo apprezzerà di più di me. Che sarà più tollerante. Che non gli vieterà niente che io sono un po’ gelosa e guai a chi me lo tocca. Sono felice che forse è già nato e se ne sta da certi ricconi a far il nababbo. O forse in tibet quale prossimo dalai lama. O in america a rappare con le parole. O a cuba a giocare in mare con gli squali. O a montecarlo che a me non è ancora riuscito di andare. O nel deserto a fare il capo-tribù dei ribelli. Il mio figliolo sarebbe stato in gamba. Quasi come me. E s’è dato una gran salvata a non nascere da me che quasi quasi mi dovrebbe ringraziare di aver avuto il buonsenso di non metterlo al mondo. Caro figliolo che non sei mai nato: fattene una ragione che si dice sempre così e io ancora non ho capito il perché. Ovunque tu sia, fatti la tua vita. Onestamente, chè a "rubare" ci abbiamo già pensato noi. Non accettare caramelle dagli sconosciuti. Attento ai "petofili", ai drogati, alle persone false, ai compagni che ti portano sulla cattiva strada. E mettiti la maglia di lana, se esci la sera.

PS: Certo, lasciare così una povera madre alle prese coi condoni e i fiscalisti!!! Se sei ricco, almeno un obolo. E che t’avrò chiesto mai!

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