non lo nego. mi diverto con poco. uno dei miei sport preferiti è fischiare. il mio posto di lavoro s’affaccia su un vicolo che, guarda caso, è proprio in prossimità di uno stop che nessuno, costantemente, rispetta. incidenti pochi. mannaggia. non so per quale caso o per quale legge fisica, nonostante lo stop e l’alta velocità con cui passano tutti da un lato e dall’altro, le macchine si sfiorano, si clacsonano imprecando reciprocamente ma non si toccano mai. ho un fischietto, io. faccio le veci del vigile. mi nascondo dietro la finestra e quando la macchina “lilla-lalla” sta per avvicinarsi all’incrocio, fischio. risultato: gelo dei guidatori. si guardano a destra e poi a sinistra quatti quatti per paura della multa e dei punti. ripartono piano facendo finta di esser lì per caso. con quelle facce dei ragazzini discoli che hanno combinato qualche guaio e ora fanno i vaghi. e io mi diverto. m’accorgo che poi alla fine la coscienza sporca ce l’abbiamo un po’ tutti. se non uso il fischietto, fischio e basta con la bocca. come se stessi cercando qualcuno. e la cosa bella è che li vedi tutti quanti che si guardano attorno con l’aria di ricerca. oddio, esclama quella ragazza tutta imbelletata, forse è qualcuno che ho conosciuto ieri sera in discoteca. e quel signore con il sigaro allunga il collo per vedere se c’è un amico che lo sta chiamando. devo dire che al richiamo del fischio non resiste nessuno. forse è la curiosità che è più forte di noi. chissà. forse è l’ignoto che ci cerca. è qualcosa che ci distoglie per un attimo dai nostri pensieri e ci ricatapulta nella realtà. il fischio, lo definirei, un salvavita. e mi dovrebbero pure ringraziare che, in quell’incrocio lì, non ci son incidenti, ci si allena il cervello ma, soprattutto, si fanno esercizi per la cervicale. mica è poco!
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