Sai alla fine che c'è. C'è che siamo tutti dei falliti. Parliamo. Ma non ascoltiamo. Ci scarichiamo la coscienza facendo della beneficenza. Dispensiamo consigli. Ci facciamo grandi a parole per nascondere la nostra piccolezza nei fatti. Ci costruiamo corazze fatte di psicologismi d'accatto. Badiamo ai contenenti senza più pensare ai contenuti.
Sai alla fine che c'è. C'è che siamo tutti bravi. Siamo onesti. Corretti. Viviamo senza accorgersi che stiamo solo sopravvivendo, inscatolati dentro etichette che non riportano neanche la data di scadenza. Camminiamo tra tanta gente. Ma non vediamo nessuno troppo presi come siamo a guardare noi stessi, a badare al nostro orticello di frutti appassiti, a pensare alla nostra casa che profuma solo d'odori stantii.
Sai alla fine che c'è. C'è che mi fate schifo tutti. Senza eccezione, stavolta. Tu con i tuoi problemi da fintoesistenzialista. Tu con la tua fame di fama. Tu che non vuoi crescere e anche tu che sei già vecchio. Tu che non hai altro a cui pensare. E anche tu che non pensi proprio. Tu che ti piangi addosso. E tu che pensi di far ridere. Tu che parli e parli e parli e anche tu che scrivi e scrivi e scrivi.
Sai alla fine che c'è. C'è che io e te non siamo così. Perché parliamo ma sappiamo ascoltare. Perché viviamo ma non sopravviviamo. Perché i nostri frutti non hanno neanche il tempo di appassire nella logica del possesso ma sono i frutti di tutti. Perché la nostra casa non ha né porte né finestre e forse non è neanche una casa. Ma ha spazio per tutti. Perché camminiamo a testa alta tra la gente cercando solo di non inciampare nei problemi che ci accolliamo. Perché non facciamo beneficenza ma riusciamo a far felice il nostro vicino di casa donandogli più d'un sorriso. Perché siamo libere pur essendo incatenate.
Sai alla fine che c'è. Niente.
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