Sunday, January 11, 2004

Vita vera. Mica un film!
C’è un tale filippo al palazzo mio. uno di quelli di sinistra che vanno ancora in giro con le clark e la tolfa e con la moglie brutta e zozza perché fa femminista. uno di quelli che lo Stato gli deve pagare tutto per diritto divino: medicine, la casa, il servizio sanitario, persino la carta igienica del cesso. uno che il quartiere deve essere in degrado perché almeno così si abbassano i canoni d’affitto. uno che se la prende con le donne perché le prende dalla moglie che è imbottita di psicofarmaci o di altre droghe, non saprei. bè. dice: “ma a me che leggo ‘sto blog che me frega?” E “ciai” ragione pure tu lettore mio. sapessi che mi frega a me di tale filippo che ha la doppia casa, una qui dove paga poco e male una bazzecola d’affitto, e una vicino tivoli dove coltiva la terra e produce pure il vino.
ma passiamo all’antefatto: la storia inzia con alcune persone del palazzo, forse le più civili, che si sono unite per dare una parvenza di civiltà a questa specie di dormitorio senza aspettare la manna dal cielo che il Comune dovrebbe mandare. queste persone hanno messo delle quote. hanno ritinteggiato le mura dei cinque piani. hanno comprato e fatto mettere i vetri nuovi al portone chè da qualche mese mancavano. hanno messo le mattonelle nell’androne. sono intervenute personalmente, ognuno con i propri mezzi, per fare qualcosa senza chiedere niente a nessuno (che sia lo Stato, il Comune o la Società che gestisce questi immobili). Bè, in Italia, fare qualcosa senza l’aiuto di nessuno, è una vera e propria utopia. perché si sveglia Filippo. e qui ritorniamo all’inzio del post. una mattina, o bella ciao, si sveglia Filippo, che vien dalla campagna, con il suo fare da vetero-sinistrese e con la moglie brutta e zozza perché fa femminista, e ti fa la guerra. perché? perché le iniziative personali danno fastidio. perché il comune si “approfitta” secondo lui di queste iniziative per innalzare gli affitti e dimostrare che il quartiere non è uno schifo. perché se mancano dei vetri al portone ce li dobbiamo tenere così finchè non interviene il gestore del palazzo. e la guerra è inziata da natale con una serie di battibecchi e di scritti affissi nella bacheca dell’androne. da qualche giorno siamo passati alle minacce. alle parolacce. alle promesse. alle denunce. ai dispettucci. alle parole molto grosse e offensive. una persona civile con del buonsenso cosa fa, lettore mio? si rivolge alle forze dell’ordine. sapete cosa risponde il carabiniere dietro un vetro spesso tre centimetri a due persone che gli chiedono il da farsi: “chiami il 112 o il 113 quando questa persona le inveisce contro”. Ok. oggi siamo arrivati a chiamare anche il 112. e sai cosa ti risponde l’operatore che sta alla cornetta? “Venga qui e faccia un esposto. E se le dà uno schiaffo, vada in ospedale. Noi mandiamo una pattuglia quando ci sono 40 giorni di prognosi”. O gesù dall’alto dei cieli! Calcolando che per un dito rotto a me hanno dato una settimana di prognosi: cosa deve fare il signor Filippo per provocare 40 giorni di prognosi. E soprattutto dov’è la “Polizia di quartiere” che ci avevano promesso e a chi si deve rivolgere un pubblico cittadino onesto e che paga le tasse. Ma soprattutto perché non sono nata charl bronso?

No comments: