Quando non ho niente da fare mi metto sullo stradone che porta al mio quartiere accovacciata sul muretto con su scritto "cè ghevara?" e guardo passare le macchine. Abito in periferia ma non so perché vedo sfrecciare certi macchinoni da far invidia ai saloni di ginevra e di stoccarda e anche al salone di casa di mia madre. ogni volta m'immagino di rivivere il gran premio di montecarlo e nella testa mi son tracciata una specie di circuito virtuale. Lo stradone potrebbe essere una sorta di traguardo con a destra la marana dove potrebbero mettere i paddock e a sinistra vicino lo scarico delle fogne potrebbero stazionare le postazioni per le delle riprese tivvù. Lo stradone porta alla curva del Casino (senz'accento chè mica siamo a montecarlo!), dove, se si corre in notturna, ci son tutti i fuocherelli di certe donne o travestiti, ora non saprei. Poi si passa alla chicane del Tabaccaio della Svociata, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, che porta al tratto dell'Hotel Mirabbò (una camera ottanta euro). Dopodichè c'è il sottopasso da fare ad altissima velocità se si vuole uscir vivi che immette sulla variante delle Piscine, quelle comunali (dove i bambini fanno a gara a dorso e a stile con le pantegane migliori del quartiere: pare che una di loro sia stata ammessa addirittura alle regionali). Dalle Piscine si arriva alla cabina della Rascà (dove si fermano i macchinoni di cui sopra a fare acquisti particolari) che porta diretto e di filato in galera o di nuovo sul rettifilo dei box. Io mi metto lì e li vedo passare tutti. Uno era primo fin dall'inizio ma alle Piscine ha forato su un ago di siringa. Peccato, la macchina mica era male. Forse gliel'avevano "imprestata".
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