Tuesday, June 29, 2004

Questa l'ho letta sulla porta del bagno degli uomini sulla Roma Fiumicino.

Che ti devo dire. Quando m'affeziono, io ci tengo alle cose. Ho un paio di calzoni. Della nike. Erano verde militare o giú di lí. Li ho comprati credo quattro o cinque anni fa. Ne ho cercati altri dello stesso tipo. Ma pare che quelli fossero unici. Fatti solo per me. Non ne ho piú trovati in giro. Ho cercato dio sa quanto ma ho trovato solo tute di ogni colore, braghe da mare, calzoni da tennis, ma mai un paio simile per mandare i miei in pensione. Li tengo lí che neanche un figliolo terrei meglio. Fanno divisa. La mia divisa. Chi mi conosce e riesce a frequentarmi per piú di un anno si ricorda piú dei miei calzoni verdi che di me. M'hanno accompagnata estate dopo estate per cinque anni. Hanno sofferto con me e sono stati felici per me. Sono stati al mare. In collina. Forse anche in montagna, ora non ricordo. A trovar mia madre all'ospedale. A trovar mio padre al palaeur. A trovare Angela al cimitero. Hanno venduto con me la mia macchina rossa. E comprato con me il mio scooter fatto a rate. Hanno macinato chilometri. Sono stati sul Gran Sasso e anche a Napoli, in Sardegna e a Tenerife, in Grecia anche sui cammelli nel deserto. Hanno giocato a calcio e a frisbee sotto un sole di quaranta gradi e un po'. I miei calzoni ormai scoloriti hanno fatto preventivi per lavoro. E guadagnato. Han pagato le tasse e pure l'Iva. Navigato dentro a internet e anche fuori di casa. Hanno rubato un pattíno e l'hanno mollato quasi affondato nelle acque del mare di Anzio. Han visto persone passare e persone rimanere. Erano con me quando ho tradito. Erano con me quando sono stata tradita. Erano al concerto di Lorenzo e anche a quello di Renato. Hanno visto amicizie finire. E nascere nuove conoscenze. Sogni svanire e speranze rifiorire.
I miei calzoni si sono comportati sempre bene. Lo debbo ammettere. Se devo affrontare una cena nella quale so che saró a disagio, indosso sempre quei calzoni scoloriti per rassicurarmi. Sono belli i miei calzoni verdi, di un verdone quasi girgio. Con tasche larghe e la chiusura lampo. Hanno una stoffa che mica ne trovi in giro. S'asciuga subito ed è sempre fresca.
I miei calzoni devi dargli del voi. Io stessa devo prenderli con le pinze. E non so mai che succederá. Se non li indosso per qualche giorno, s'offendono. E la sera mi tocca perdere sempre due o tre ore di tempo, prima di cena, per raccontargli tutto quello che mi è successo. A volte mi perdonano. A volte no. Come tutti. Non so di che segno siano. Ma so che ci tengono molto a me. Ci sono cose a cui è bello affezionarsi e ritrovarle nell'armadio anno dopo anno come la coperta di Linus. Quello che non capisco è come mai quando esco e non li indosso, torno a casa e c'é sempre il ventilatore acceso, la tivvú su rete4 e il vasetto della nutella mezzo finito?

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