La piramide delle due ruote
Vi ha mai sorpassato un non so che cristo in motocicletta (specifico la motocicletta da non confondersi con lo scooter, mi raccomando, chè i motociclisti s'offendono)? Minimo vi guarda dall'alto in basso. Vi squadra. Vi biasima. Vi guarda di sottecchi. Vi deride. Vi schifa. E se non riuscite a partire prima di lui è pure facile che vi sputi in un occhio (tenete quindi la visiera o i finestrini sempre ben chiusi). I motociclisti sono infatti una casta a parte. Gli intoccabili delle due ruote. Quelli che se cascano, si rialzano e, come nei numeri bulgari, alzano le braccia al cielo gridando "Opla', sto meglio di prima" . Scherzi a parte, in questi anni di due ruote mi sono accorta che c'è una vera e propria piramide di categorie delle due ruote che sale, sale e ancora sale fino ad arrivare a loro, i motociclisti quelli veri (quelli con le moto sportive come max biaggi o le moto da enduro come la parigi-dakar, casello casello due ore e tre quarti). I motociclisti schifano tutti. Schifano le macchine perchè non hanno due ruote, schifano i pedoni perchè sono d'intralcio, schifano i motorini, schifano le cacche dei cani e pure quel ragazzetto che sta attraversando ora. Ma primi su tutti, i motociclisti odiano gli scooteristi. Perchè? E che ne so, chiedetelo a loro. Veramente io un'idea me la sono fatta. In princicio, oltre che il Verbo, c'erano loro, le macchine, le bici (la graziella per intenderci) e basta. Ora c'è una tale concorrenza per le strade che loro, belli belli, con il loro nome sul cupolino e con le loro motine imbelletate , tirate fuori solo il sabato e la domenica e i giorni di gran caldo, fanno una certa fatica a star dietro a tutti gli altri. Cosi' li vedi fermi ai semafori cosi' carichi d'odio che tu riparti appesantito e per secondo, è ovvio. Di solito li vedi partire a razzo che quasi impennano e per i primi cento-duecento metri stanno davanti a tutti, belli belli, con quel sorrisetto ebete di chi è fiero del primo posto. Finchè non c'è un minimo di fila e allora i motorini e gli scooter che sono più agili li lasciano dietro fino al prossimo semaforo. E la storia dura per tutti semafori a venire. Un tizio che conosco, per sfidare un motociclista, s'è fatto tutta l'Aurelia, semaforo dopo semaforo, ed è arrivato a Genova. A quel punto è andato a salutare la zia, che doveva fare?
Quello che ancora non hanno capito i motociclisti è che, malgrado le due ruote, siamo tutti sulla stessa barca. Che io possegga un cinquantino, un due e cinquanta o un mille, siamo tutti in balia di qualche cretina che ci apre lo sportello all'improvviso, di chi all'ultimo si ricorda che deve svoltare a destra, delle buche che entri dentro uomo e qualche volta esci donna, del brecciolino, dell'olio che perdono i vecchi autobus, del freddo polare, della pioggia, dei fulmini, del sole che acceca, del gatto che t'attraversa la strada, delle auto che non ti rispettano, dei sassolini che ti arrivano sulla visiera, insomma di tutte quelle cose che dentro a una macchina sembrano quasi ridicole ma che sulle due ruote hanno il loro peso. E allora, in questa piramide chi sta sopra o chi sta sotto? E che ne so. L'importante è non mettere sotto nessuno!
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