Quando il tavolo traballa un po’, sotto sotto non c’è Impulse.
Io e i manuali non ci hanno mai presentati. come io e i libri di scuola. il bello è che parto con tutte le migliori intenzioni. cerco il manuale che mi servirà comprandolo o fotocopiandolo. quando lavoravo al macintosh, ho fotocopiato due manualoni da chili di pagine che spiegavano la vita e le opere di Illustrator, X-press e Photoshop. la mattina che ancora non lavoravo, mentre mamma dormiva, io mi mettevo lì in camera mia e aprivo i manuali. i buoni propositi c’erano tutti. cominciavo magari sottolineando una frase o due con l’evidenziatore giallo, così tanto per darmi un tono. sai certi gesti ti fanno quasi pensare che ciò che fai è una cosa seria. rileggevo poi quelle frasi sottolineate. ma era inutile. il mio cervello era completamente assente. ho fatto i più bei sogni leggendo quei manuali: ho sognato di guidare la Fiat, di sposare alberto di monaco, di ritrovare il casale per papà, di volare con il concord, di essere la padrona della McCaan con l'art director che mi faceva lo schiavetto, di conoscere ayrton senna, di vedere mia madre orgogliosa o perlomeno felice o perlomeno contenta o pelomeno…punto. un periodo avevo comprato il manuale della guida sicura. lo davano in regalo con quattroruote. risultato: mai guidato sicura. anzi, ho sempre fatto peggio. dalla lettura non riuscivo a capire neanche dove fossero le quattro frecce. poi c’è stato il periodo dei siti web. ho ricevuto dreamwever in formato tascabile. anche là il nulla. apro di solito dall’ultima pagina e vado a ritroso. cerco di sforzarmi. cerco di studiare. cerco e m’impegno. lo giuro su dio, cioè su di me. ma poi desisto. perché prendere in giro un povero libro pensando ad altro? quello pure “cià” un’anima. e così mollo. non mi concentro. mi sembra addirittura di non capire. anzi, non capisco proprio quello che sto leggendo. una scusante è dirsi: sei scema. ma non sono neanche scema. almeno credo. gli altri dicono di no. pure mia madre. ma sai per le mamme ogni scemone è figlio a mamma “soia”! a natale ho ricevuto il manuale di adobe premiere per montare i due corti che ho girato. bello. che gioia. apro dal sommario in ultima pagina vicino al prezzo e vado a ritroso. mi blocco e mi sforzo e comincio come tutti dalla prima pagina. titolo, introduzione, il segnale digitale. primo cedimento. cos’è il segnale digitale? ho ritrovato brandelli di cervello “squagliato” persino nell’androne stamattina. m’impongo a me stessa. “che cavolo!, mi dico, pupa, a che ti serve il tuo marte in scorpione se molli così?”. vado avanti. salto il segnale digitale. cambio capitolo. tanto i corti li ho già girati! passo ai formati compressione: sistema Pal, sistema Ntsc, jepg, mpeg 1, mpeg 2, png, ping, pong. il cervello è andato in fumo. ho creduto addirittura di vedere piangere la colonnina del telefono cordless. desisto. mi alzo, vado in cucina e poggio il manuale sul tavolo. traballa. il tavolo traballa. serve una zeppa, mi dico e con una mossa repentina alla velocità di settemilioni di pixel sottratti per tre col resto di due, metto il manuale sotto il tavolo. Il tavolo ringrazia sentitamente. dice che era da tempo che voleva girare un film. buon per lui.
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