odio il lunedi. ma di più l'inverno.
il chiaro e lampante segnale che è arrivato l'inverno è quando non riesco più a uscire dal letto e giro per casa, a qualsiasi ora del giorno o della notte, con la copertina sulle spalle. Che di per sè come scena non è neanche edificante, pero' il freddo è freddo. Io non sopporto l'inverno. Non tollero il gelo, la neve, il nevischio, il vento gelido che ti entra nelle ossa come neanche il calcio. L'inverno mi paralizza. Mi blocca il cervello. Parlo a scatti come quelli con i tic. Soffro di brividi, ma non per l'emozione. Mi si gelano i piedi. La testa. Le mani e le punte delle mani. Entro nel letto che ballo quasi come a san vito. trovo una posizione e non mi muovo da quella fino all'indomani rischiando ogni volta qualche piaga da decubito. credo di entrare in una sorta di coma. o quasi. non è neanche un bello spettacolo vedere cio' che indosso prima di andare a dormire. pigiama cotone fuori e montone dentro. felpa soprapigiama di lana vergine con un buon ascendente. calzini che arrivano alle ginocchia. i calzini, naturalmente, sono di pelo caldissimo all'esterno e di bue e asinello all'interno. ho sempre pensato che, se mi prende un colpo e debbono rianimarmi, devono farlo attraverso sette strati come a Troia. la sera per leggere ho dovuto adattare, per rimanere sotto coperta, una di quelle lampade salvalavitaabeghelli, senno' chi avrebbe il coraggio di tirare fuori le mani dal piumone. ho passato interi anni senza leggere un libro d'inverno prima di scovare questo grandissimo rimedio. la mattina poi, alzarsi è il vero dramma. credo che se scoppiasse la terza guerra mondiale o arrivasse un'orda di barbari, li lascerei fare. basta che m'accendono i riscaldamenti. da ieri poi, mi sono levata la mia pashmina azzurra avuta in regalo con novella 2000 per adottare un nuovo sistema. giro con una pecorella intorno al collo come i pastori del presepe. tanto siamo a natale. più in tema di cosi'.
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