Tuesday, September 03, 2002

è tardi stasera. vorrei andarmene a letto ma non ne ho voglia. mi aspetta elisewin e oceano mare. quasi finito. duro da non credere. strano altrettanto. quando non capisco di solito penso sempre di non essere all'altezza di ciò che sto leggendo o cercando di capire. non penso mai o quasi che forse è il linguaggio o il tema un po' troppo incasinato. le parole sono un mezzo bellissimo per dire. non dire. accusare. pensare. quando penso il più delle volte lo faccio attraverso parole e mi ritrovo nel cervello a fare dei lunghi discorsi tra me e me. il bello che a volte mi rispondo anche. prodigio delle menti cervellotiche e confuse. non riesco mai a fermare l'attimo in cui sto pensando. e così non ricordo mai se son riuscita a pensare anche attraverso immagini. se penso a qualcuno, si lo vedo. me lo vedo dentro. ricordo il suo odore. importantissimo l'odore. anche il sapore. e l'energia che sprigiona. e ricordo un particolare. gli occhi. il sorriso. le mani. o particolari atteggiamenti. la dolcezza. l'umorismo. ma se penso così per astrazioni non abbino mai o così mi sembra delle immagini. vado allo sbaraglio come una barca trascinata dalla corrente. e mi parlo. mi parlo. mi parlo. il momento più proficuo e pieno di idee è la mattina verso l'alba. quando mi sveglio e non devo riaddormentarmi causa maledetto lavoro, passo il tempo che mi divide dall'ultima parte di sonno, a creare. le parole vengono giù veloci come schegge. i concetti li ho chiari come un cielo limpido in una giornata estiva. le idee saltano fuori come ranocchie da uno stagno. e la mente va. vaga. ignara. emotivamente trasportata dai concetti. si la mattina ha l'oro e anche qualcos'altro in bocca. almeno per me.

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