Tuesday, April 06, 2004
Sai cos'è l'Isola di Wight.
pensavo che la "fantasia" di mio padre fosse qualcosa di imbattibile: una volta si parlava e lui con due conigli acquistati al mercato di porta portese era riuscito a costruire un'intera fattoria, con calesse e cavalli compresi! poi ho conosciuto antonio. dice: chi è antonio? è uno dei pesci, questo già dovrebbe far capire il personaggio. pazzo a dir poco. pazzo, in senso buono, s'intende. idealista, fantasioso, sognatore, il classico tipo che uno si chiede: ma ci fa o c'è? non ha famiglia, antonio. e come potrebbe. vive di lavori e lavoretti: idraulica, tinteggiature, ristrutturazione di appartamenti, insomma è uno che si dà da fare, anche se sta sempre con l'acqua alla gola e un panino non lo rifiuta mai. antonio ha un sogno. che lui crede reale e che quindi sogno non è più: la coppa america. uno con la luna in vergine come me dice: ah, ho capito, sogna di essere nell'equipaggio di una barca a vela in qualche regata? uno dei pesci come lui ambisce a qualcosa di più: costruire la barca a vela che vincerà la coppa america. lui ha già un'idea in testa. una cosa rivoluzionaria, dice. altro che bertelli e prada, dice lui! mi chiede cosa può fare. e che ne so, penso tra me e me. io soffro pure il mal di mare! poi, illuminazione, provo a dirgli: "antò, hai provato con qualche cantiere navale?" e lui, tutto serio serio, "a pù, io dovrei riuscì a parlare con mascalzone latino o con gli inglesi!". che stupida, penso sempre tra me e me. e che ci voleva? come non averci pensato subito. e io che pensavo di dirgli vai a fiumicino e proponi a qualcuno la tua idea! continua antonio: "se io entro in contatto con gli inglesi, c'è la coppa delle cento ghinee intorno all'isola di wight e là io sarei il timoniere...". da qui in poi la mia mente se n'è andata per i cavoli suoi. mi son persa nel ritornello dell'isola di wight dei dik dik, ho pensato al concerto del'69, a jimi hendrix e ai doors. agli hippie e ai sogni di mia madre che mi raccontava di piazza di spagna e delle canzoni con la chitarra e del servizio civile internazionale e delle pacche sulle spalle. e di quanto era tutto più bello. e si viveva meglio. son tornata in me che lui continuava nel suo folle monologo sulla coppa america e sul fatto che a vincerla, con la sua barca, era un soffio (di vento, of curs!). e una volta vinta la coppa, la barca sarebbe rimasta a lui. e che (qui ho riso, lo ammetto) la Regina lo avrebbe nominato addirittura Sir. antonio ha 47 anni. antonio non ha famiglia, per fortuna. vive nel suo mondo: c'è da criticarlo? non so se si renda conto. credo di no. la mia vena folle acquariana non arriva a tanto. quella di mio padre neanche. antò, fattelo dire: tu ci batti a tutti!
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